27 gennaio 2011

 'Di fronte al sostanziale razionalismo e ottimismo dei filosofi precedenti e di quelli seguenti (Platone e Aristotele), i quali vedono la vita e l'essere come una vicenda dominata dal lògos, cioè dalla ragione, Gorgia sembra ritenere che l'esistenza sia qualcosa di fondamentalmente irrazionale e misterioso.
Egli ritiene che le azioni degli uomini non siano rette dalla logica e dalla verità, ma dalle circostanze, dalla menzogna, dalle passioni e da un'ignoto destino, il quale fa sì che gli individui si rivelino sempre, a uno sguardo profondo, "determinati" e "incolpevoli", essendo permanentemente in preda a qualcosa che li supera e li tiene in pugno'

 “ Se lo sguardo di Elena, dilettato dalla figura di Paride, ispirò all’anima fervore e zelo d’amore, qual meraviglia? Se l’amore è un dio e ha la potenza divina degli dèi, in che modo mai un essere inferiore può rifiutarlo e tenerlo lontano?”  (Gorgia)

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